si può avere quando un verso sdrucciolo è seguìto da un ipometro; in tal caso l’ultima sillaba del verso precedente si unisce alla prima di quello seguente, es. o quélla che illùmina tàcita / tómbe profónde - con vìsi (Pascoli); il primo verso è un novenario sdrucciolo, il secondo un ottonario che diviene novenario prendendo la sillaba ta dal verso che lo precede il quale mantiene la sua misura.
Modificato: mercoledì 5 marzo 2014 11.07