termine: 

endecasìllabo

verso di undici sillabe, fondamentale nella metrica italiana per la sua varietà ritmica. U. Sesini ne registra, secondo l’incipit, dodici tipi; i principali sono: giambico, es. Nel mèzzo dél cammìn di nòstra vìta (Dante), accenti su 2ª, 4ª, 6ª, 8ª e 10ª sillaba; anapestico, es. E punìre in un dì ben mìlle offése (Petrarca), accenti su 3ª, 6ª, 8ª e 10ª sillaba; dattilico, es. Ròta e discénde ma nón me n’accòrgo (Dante), accenti su 1ª, 4ª, 7ª e 10ª sillaba; trocaico, es. Ònde quèsta gèntil dònna si pàrte; e. a maiore, il cui primo emistichio (v. cesura) è più lungo del secondo; al contrario, e. a minore; e. sciolto, con versi non rimati; e. ancipite, che permette la possibilità di una cesura mobile, es. Di quei sospiri ond’io nudriva ’l core; la cesura può cadere Di quei sospiri || ond’io nudriva ’l core (quinario+settenario, e. a minore) oppure Di quei sospiri ond’io || nudriva ’l core (settenario+quinario, e. a maiore); e. catulliano, formato da un quinario sdrucciolo e uno piano.


Modificato: sabato 29 marzo 2014 10.11  



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